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De Luca agli studenti: “In Italia è a rischio la democrazia” Attualità Primo piano 

De Luca agli studenti: “In Italia è a rischio la democrazia”

“Siamo in un Paese nel quale la libertà costa. Senza uomini e donne libere, la democrazia non vive. Oggi noi stiamo entrando in un clima di indifferenza; davvero è a rischio la democrazia. State attenti”. Sono le parole il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, si è rivolto agli studenti del liceo De Sanctis di Salerno, sollecitando la necessità di “difendere la nostra democrazia e fare in modo che il Sud non sia tradito dal contro risorgimento che è in atto nel nostro Paese”. “Ci sono tanti modi per svuotare la democrazia. Non è necessariamente la vita dura – ha spiegato – la democrazia può anche morire per sfinimento, per indifferenza dei cittadini. Combatto con voi, per questo è decisivo il ruolo della scuola”. De Luca ha parlato agli studenti nel corso dell’iniziativa “E’ viva la Costituzione”, programma itinerante di approfondimento per giovani e adulti sui primi dodici articoli della Costituzione. “Spesso le famiglie sono disgregate, a volte soprattutto al Sud tante nostre madri e padri hanno il problema di come arrivare a fine mese. Oggi anche il mondo politico propone chiacchiere e twittismo. Oggi del vostro futuro non parla nessuno in Italia – ha proseguito De Luca – tranne qualcuno che, come me, continua a combattere, non per sé, in quanto la mia vita è vissuta, ma per voi, per il vostro futuro, per fare in modo che non siate costretti ad andare via, ad emigrare. Quando combattiamo, dobbiamo subire questa valanga di banalità, di stupidaggini, di idiozie. L’opinione pubblica nel nostro Paese è l’altra faccia della politica politicante, fatta di chiacchiere che non approfondisce nulla e non decide sulla base della conoscenza dei problemi. Viviamo di banalità e di tweet. Voi, ragazze e ragazzi, siete la speranza del nostro Paese, e la speranza del Sud. Siate forti, maturate dentro di voi strumenti culturali che vi consentano sempre di esercitare la ragione critica, di distinguere le parole dai fatti. Solo così riusciremo a difendere la nostra democrazia e riusciremo a fare in modo che il Sud non sia tradito dal contro risorgimento che è in atto nel nostro Paese” De Luca si è soffermato, a lungo, anche sul ruolo delle Istituzioni. “Mi è capitato di leggere, anni scorsi, di ragazzi che gettavano il cestino con le carte in testa al docente. In altri paesi del mondo uno che si comporta così non vive. In Giappone e anche in Gran Bretagna, in California, o a New York comportamenti del genere rappresentano l’espulsione a vita dalla scuola. Il principio di autorità è uno dei principi che regolano la vita delle comunità”. “Non siamo tutti uguali. Io non sono uguale al Capo dello Stato: il Presidente della Repubblica vale e conta più di me, non perché abbiamo una diversa dignità umana, dal punto di vista della dignità umana siamo tutti uguali, ma dal punto di vista delle funzioni e delle responsabilità, no. C’è chi viene prima e chi dopo e c’è sempre un momento nella vita in cui si ubbidisce. Questo ricordatevelo perché altrimenti avrete una vita complicata. La dignità va difesa con i denti. Il principio di cui sto parlando è un principio di autorità, cioè di rispetto delle regole nella vita comunitaria, di rispetto dei valori fondamentali. Quando trovate una persona anziana, abbiate rispetto. Non perdiamo i valori dei nostri padri e delle nostre madri, valori sui quali una società si regge e va avanti. Rispettate le vostre madri, i vostri padri e i vostri docenti perché così imparate a vivere”. De Luca è potornato sui fondi di sviluppo e coesione: “Quando nella nostra regione ci sono 12mila addetti dell’industria culturale che non possono programmare il proprio lavoro e le istituzioni democratiche diventano un muro di gomma, o peggio, un luogo di discriminazione, devi combattere, devi farti sentire, devi scendere in piazza”  (riporta Salernotoday) . “Novant’anni fa, in Italia – ha detto – chi voleva lavorare doveva prendersi la tessera del partito fascista. Non siamo in questa condizione. Ma quando in maniera soft, ipocrita, si mette in piedi un ricatto rispetto alla possibilità di lavorare, si fa della in sostanza la stessa cosa: o accettate di piegare la testa, o non arrivano le risorse. La Campania non piega la testa. Quando hai le istituzioni che dormono, o tentano di ricattarti, si deve combattere se vogliamo essere donne e uomini liberi ed è quello che abbiamo fatto per sollecitare le risorse che ci consentono di creare lavoro”.

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